La tela bianca è per terra e io davanti a quattro zampe, non dipingo su di un cavalletto o sul cemento, non ho un laboratorio tradizionale, la tela deve stare sull’erba, sulla sabbia, sulla ghiaia, deve assorbire l’energia della creazione. Posso stare cinque minuti, un quarto d’ora fermo con gli occhi chiusi in ascolto, è una meditazione. I colori sono aperti intorno a me, tutte le volte è diverso, l’unica costante quel sentire ed entrare in contatto con il respiro dell’universo e con la sua creazione che si ripete sempre, come i giorni e le stagioni che si susseguono. Entro in quell’energia della creazione che pulsa intorno a noi, prendo in mano il gesso lo unisco ai colori, lo spalmo sulla tela ed è come un albero che cresce, un fiore che sboccia, un tramonto un’alba. Un qualcosa che si sta formando sotto i miei occhi mentre tutto me stesso si annulla e diventa parte di tutto. Non c’è mai un progetto iniziale, quello che si forma è quello che doveva essere e quando è terminato anche questo momento non è deciso da me, ma è una conclusione che arriva da sola come la notte che lascia il posto al giorno, è un ciclo della creazione che nasce, cresce e finisce, un quadro che entra nella vibrazione dell’universo e ne fa parte. Le mie emozioni sono lì per sempre impresse sulla tela.